Sono passati quasi due anni dall’entrata in vigore del nuovo “Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza”, legato alla gestione della crisi d’impresa. Introdotto con il D.Lgs. n. 14/2019, successivamente modificato D.Lgs. n. 83/2022 è divenuto operativo a partire dal15 luglio 2022.
Il nuovo Codice della crisi di impresa rappresenta un’importante evoluzione normativa per il contesto imprenditoriale italiano. L’obiettivo principale è quello di prevenire e gestire le crisi aziendali in modo tempestivo ed efficiente, garantendo la continuità aziendale e proteggendo gli interessi economici di tutti gli stakeholder.
Fondamentale, in tal senso, è la previsione inserita nell’art. 2086 del Codice Civile, che obbliga le imprese di dotarsi di un adeguato assetto organizzativo, amministrativo e contabile conforme alla natura e alle dimensioni dell’impresa stessa.
Qual è stato, ad oggi, l’impatto che il D.Lgs. n. 14/2019 ha avuto sulle aziende, e in particolar modo, sulla loro (ri)organizzazione?
L’Importanza degli adeguati assetti organizzativi
Sicuramente, la riforma di maggiore impatto ha riguardato la revisione dell’art. 2086 del Codice Civile, che come anticipato, prevede il dovere dell’imprenditore, societario o collettivo, di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa.
Il tessuto economico italiano è costellato da micro e piccole e medie imprese, dove l’organizzazione della struttura aziendale in un’ottica di monitoraggio delle performance e prevenzione della crisi, non è sempre così agevole.
La piccola e media impresa italiana è, solitamente, caratterizzata dall’accentramento del potere decisionale nella figura dell’imprenditore, da una struttura organizzativa semplice e con scarso uso della delega di responsabilità e da una certa informalità nei rapporti interpersonali.
Più che un approccio proattivo e di forward looking, il management delle piccole e medie imprese, adotta spesso un controllo solo a consuntivo delle performance, e con una frequenza solo occasionale e poco cadenzata nel tempo.
In tali realtà, inoltre, il sistema informativo raramente è formalizzato, e questo rende complicato ancora più le cose se si pensa alla necessità di raccogliere e organizzare i dati in maniera sistematica e standardizzata. Senza dati strutturati e organizzati, pensare di strutturare un sistema di indicatori di performance diventa irrealistico.
L’importanza del controllo di gestione e di un sistema di controllo dei costi
Il controllo di gestione rappresenta un elemento chiave nella progettazione di un efficace sistema di controllo delle performance.
Questa funzione consente alle imprese di monitorare e valutare le proprie performance finanziarie e operative, identificando tempestivamente eventuali criticità e implementando azioni correttive. In contesti di crisi, il controllo di gestione diventa ancora più cruciale, poiché fornisce agli amministratori gli strumenti necessari per prendere decisioni informate e reagire prontamente ai cambiamenti del mercato.
Un aspetto fondamentale del controllo di gestione è il controllo dei costi.
La contabilità industriale e il controllo dei costi rappresentano pilastri fondamentali per la gestione efficace delle imprese manifatturiere. La contabilità industriale si occupa di registrare e analizzare i costi di produzione, consentendo alle aziende di valutare la redditività dei loro processi produttivi e identificare eventuali inefficienze.
Questo richiede, in primo luogo, la chiara mappatura dei processi aziendali (produttivi e non), e, quindi, la definizione di obiettivi di costo chiari e realistici, nonché la messa in atto di misure per ottimizzare l’utilizzo delle risorse aziendali.
L’integrazione del controllo dei costi nel sistema di controllo di gestione consente alle imprese di mantenere sotto controllo la propria redditività e di adottare strategie di riduzione dei costi mirate ed efficaci.
La necessità di un approccio olistico e proattivo nella gestione della crisi d’impresa
Alla luce delle precedenti considerazioni, è chiaro che, per massimizzare l’efficacia del nuovo Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza, è fondamentale adottare un approccio olistico e proattivo alla gestione aziendale.
Ciò significa non limitarsi a rispondere alle crisi una volta che si sono manifestate, ma piuttosto adottare misure preventive e implementare pratiche di gestione finanziaria e operativa solide e sostenibili.
Molte, forse troppe, piccole o medie imprese controllano l’andamento aziendale solo attraverso il fatturato.
Troppa fiducia viene riposta su questa unica grandezza, distogliendo l’attenzione da altri aspetti più importanti che non vengono messi in luce a causa della mancanza di un vero controllo di gestione:
- Qual è la nostra marginalità?
- Qual è il cash flow generato?
- Quali prospettive hanno i nostri mercati e i nostri clienti?
- Quale utile possiamo attenderci per i prossimi anni?
- Quali investimenti possiamo permetterci per migliorare la capacità produttiva?
e così via.
Un sistema di controllo di gestione e controllo dei costi ben strutturato consente alle imprese di anticipare i problemi, identificare le opportunità e adattarsi in modo flessibile alle mutevoli condizioni di mercato.
Alla base di tutto questo vi è una chiara definizione dei processi e ruoli aziendali e una raccolta organica e coerente dei dati aziendali.
Questo potrebbe essere un ottimo punto di partenza a chi si appresta a riorganizzare la piccola e media impresa.
L’implementazione di alcuni processi aziendali può risultare per talune imprese eccessivamente onerosa, perché mancano le competenze necessarie e/o i sistemi informativi per la raccolta e l’elaborazione dei dati.
Tuttavia, oggi le PMI non possono più ignorare l’introduzione del controllo di gestione nella propria organizzazione, l’obiettivo aiuterà a misurare le prestazioni lungo il percorso e non solamente a consuntivo.
Conclusioni
Il nuovo Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza rappresenta un importante passo avanti nel prevenire la crisi aziendale.
Tuttavia, per garantire il successo di questa legislazione, è essenziale integrarla con un efficace sistema di controllo di gestione e controllo dei costi.
Le aziende, che non dispongono delle competenze necessarie per sviluppare al loro interno la riorganizzazione auspicata, potrebbero (e dovrebbero) ricercare all’esterno un supporto che sia in grado di affiancarle in questo cambio di paradigma e nella gestione della crisi d’impresa.
Aldilà della previsione della norma, rimane il fatto che dotarsi di un sistema di misurazione delle performance non dovrebbe essere visto solo come un obbligo, ma soprattutto come un’opportunità.
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